In
questo pazzo, pazzo mondo di arrampicatori, affaristi, imbroglioni,
mediocri ed affini, l'Uomo vestito di bianco a fatica ma con
determinazione, continua la sua azione riformatrice incontrando sul
suo cammino uomini vestiti di rosso abbarbicati ai loro attici, ai
loro conti bancari, ai loro privilegi.
I
suoi continui interventi per niente casuali ma ben mirati, come
quello dell'altro giorno I Cristiani non possono vivere come
Faraoni. Basta con i vescovi attaccati ai soldi e
quello di questa mattina non
è però che abbia soltanto l'indirizzo di tal Bertone ma anche di
altri che godono di privilegi non proprio in linea con
il messaggio cristiano.
Il
vivere da Faraone non è diretto soltanto
ad alcuni uomini in rosso ma anche a quelli
in nero, anche all'ultimo prete di campagna con il libretto di
risparmio bene imbottito, ai tanti preti funzionari che alzano e
abbassano la saracinesca del proprio sacramentificio.
Ma
anche ai tanti Faraoni sparsi tra quanti si definiscono Cristiani e
vivono stretti ai loro interessi, personali o di lobby, ai loro
legami massonici o di organizzazioni come l' Opus Dei che, guarda
caso, in questi giorni ha visto Mons.
Vallejo Balda,
molto vicino all'organizzazione, arrestato
in Vaticano per aver violato
la riservatezza di importanti documenti che faranno
la fortuna di due autori
specializzati nel
settore.
Ha
ragione Papa Francesco quando ha detto che le riforme andranno avanti
anche grazie all'appoggio di tutta la comunità cristiana che chiede
da decenni un inversione di tendenza per un ritorno alla Chiesa
evangelica che non sia quella retta e voluta dai faraoni in rosso, in
nero o in giacca e cravatta ma da quelle categorie privilegiate
soltanto dal Vangelo, i poveri, gli ultimi.
Francesco
andrà avanti con il sostegno
di tutti quelli che hanno invano in questi ultimi cinquant'anni
cercato a fatica di tenere aperte le porte del Concilio voluto da
Papa Roncalli, sempre che qualche faraone non decida di mummificarlo
una volta per tutte.
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