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venerdì 3 novembre 2017

Verdini for President !

E il treno va , come la bellissima canzone degli anni '60 cantata da Richard Anthony, il treno di Renzi continua la sua corsa perdendo pezzi per strada: le dimissioni dal P.D.del Presidente del Senato Grasso e la riconferma del Governatore della Banca d'Italia sono le ennesime sconfitte che il segretario del Partito Democratico ha dovuto incassare.

Poco importa, perché a puntellare il Governo, oltre alle truppe berlusconiane in missione segreta, ci sono sempre le riserve con i Verdini boys pronti per ogni evenienza.

"Abbiamo votato le unioni civili e avremmo votato la stepchild adoption. Così come voteremo il testamento biologico. A titolo personale dico che io sarei pronto a votare lo Ius soli, anche domani"

Così parlò Denis Verdini, senatore condannato a nove anni per bancarotta e truffa - per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino - e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, grande sostenitore di Matteo Renzi e regista del patto del Nazareno che, come svelò L'Espresso, aveva un piano ben preciso con Marcello Dell'Utri di sostenere l'ex Sindaco Fiorentino per le elezioni nel 2013 con una lista civica nazionale centrista che avrebbe dovuto far scomparire il PDL, piano che potrebbe essere ancora valido per il prossimo anno.

Il Rosatellum sono io ha tuonato l'altro giorno dopo l'approvazione della nuova legge elettorale che ha visto la luce grazie ai voti dei Verdiniani; e anche questa volta ha affermato di aver salvato il Paese, proprio come nel gennaio dello scorso anni con il voto sulle riforme costituzionali (il ddl Boschi) del governo Renzi.

Le qualità strategiche del senatore salva-governi non si discutono e ad oggi le ricompense ufficiali sono alquanto modeste, a parte tre vicepresidenze di commissioni, allora è lecito chiedersi quale sia l'obiettivo vero di tanta disponibilità che non può limitarsi a vecchi rapporti personali con papà Renzi è qualcosa che va oltre, che potrebbe spiegare la vera rottamazione in atto dalla sua ascesa sulla scena politica nazionale, lo spezzettamento del Partito Democratico distruggendone le residue anime ex PCI per farne una forza politica centrista.

Ma la regia è ipotizzabile che sia del solo Verdini oppure quest'ultimo è soltanto il braccio operativo di una strategia ben più articolata - che in Italia non sarebbe affatto una novità – riconducibile a poteri della finanza che non di rado hanno gestito la politica del nostro Paese?

In una tale ipotesi, la figura dello stratega Denis Verdini assumerebbe una rilevanza tutt'altro che secondaria e smentirebbe anche eminenti opinionisti che in varie circostanze hanno accostato la sua figura ai vari Scilipoti e Razzi, pur utili pedine e degni dei migliori personaggi di Crozza ma lontani dal gestire un piano al servizio dei veri poteri forti ma lontano dagli interessi della collettività.

Nel panorama della migliore rappresentazione della mediocrità italica e preso atto di quanto accade spudoratamente, mai auspicio fu più appropriato : Verdini for President !




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